Il logo dell’Associazione
Nicola Saba

 

di Gabriele Stoppani

 

L’associazione Nicola Saba
tra CTP CPIA e IC

 

Usiamo nella comunicazione quotidiana più acronimi di quanto pensiamo.
Taluni ci sono a tal punto familiari che son diventati veri e propri vocaboli con significati semantici autonomi, perdendo corrispondenza con le sigle originarie. Così se un tempo giocavamo alla SISAL, o davamo  FLIT e DDT alle zanzare, oggi paghiamo l’ENEL o la RAI, protestiamo con la TIM o l’ACTV, prenotiamo una TAC all’URP, facciamo la spesa alla PAM o all’OVS, seguiamo le vicende dell’ONU dell’UE degli USA e via discorrendo. Ogni settore della nostra vita è costellato di queste paroline che brillano di luce propria; addirittura se ben ricordo negli anni Ottanta Rino Gaetano scrisse un’ironica ed originale canzone inserendo nelle note reggae un rosario di sigle con gran spazio a DC PCI PSI ecc. Altri acronimi sono invece rimasti del tutto desueti, troppo specialistici e finiti nel dimenticatoio, annullati. Una terza categoria è formata da neo-acronimi che richiedono un’alfabetizzazione di base come succede ad esempio nel campo dell’informatica con termini come CAD CAM PAT....  

E quelli affiancati nel titolo all’associazione “Nicola Saba”?
Sembra abbastanza familiare la sigla CTP erede delle famose “150 ore”, che non erano un acronimo ma una espressione sincopata (una sorta di litote in prosa, una parte per indicare il tutto) delle ore riconosciute dal datore di lavoro ai dipendenti che potevano godere in un anno di 150 ore retribuite per frequentare un corso di studi istituzionalmente riconosciuto. Dati alla mano, la maggior parte dei lavoratori in Italia hanno negli anni usato tale bonus per il recupero del diploma di terza media, tant’è che nella  comune accezione il “frequentare le 150 ore” equivaleva a partecipare ad un corso di terza media per adulti che in un solo anno permetteva di accedere al diploma di licenza media. Nel 1997 le “150 ore” diventarono CTP e cioè Centro Territoriale Permanente per l’istruzione e la formazione degli adulti, nella maggior parte appoggiato in tutto il territorio nazionale presso una scuola media da cui dipendeva giuridicamente. Fu un’ottima trasformazione perché basata sul concetto più avanzato di Educazione Permanente, vale a dire di studio lungo tutto l’arco della vita. Nei CTP non solo si tenevano corsi di terza media con 5 insegnanti per altrettante materie (venne aggiunto a 2 lettere e lingua straniera l’operatore tecnologico per l’informatica) ma si realizzavano corsi di alfabetizzazione per italiani e stranieri a diversi livelli perché l’organico docenti fu arricchito con l’assunzione di tre maestri; ma soprattutto si dette spazio all’educazione permanente perché gli insegnanti delle medie potevano completare il loro orario organizzando corsi monografici di approfondimento culturale sui loro campi di competenza professionale (informatica, lingue, letteratura, storia arte ecc.) per tutti gli adulti del territorio, indipendentemente dal conseguimento di un titolo di studio, ma solo per il piacere di studiare. A questo punto l’educazione permanente poteva uscire dalla “clandestinità”ed entrare a pieno diritto nell’alveo del sistema scolastico nazionale. Un evento innovativo di formidabile spinta culturale: migliaia di adulti rientrarono in formazione in un istituto pubblico. Fu anche l’occasione per la nostra associazione che aveva dato una spinta determinante alla realizzazione dell’educazione permanente (vogliamo continuare a studiare anche dopo il conseguimento del diploma di terza media, dicevano i nostri iscritti e gli estensori dello statuto) di diventare parte integrante del sistema formativo degli adulti: per 20 anni ha stipulato un’intesa col CTP “C.Giulio Cesare” di Mestre per arricchire la conoscenza culturale dei cittadini con una cinquantina di corsi di approfondimento che si svolgono nelle aule e nella palestra della scuola, con iniziative pubbliche come Luned’arte  Incontri con l’autore, Cinemascuola ecc. intese ad aprire la scuola alla città e al mondo dell’arte e della cultura in un’osmosi proficua tra società e scuola.

Da quest’anno scolastico, 2016/17, i CTP non ci sono più. Sono stati assorbiti e in pratica sostituiti dal CPIA, nuovo acronimo col quale dobbiamo familiarizzare da oggi in poi. La sigla significa: Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti. E’ un’istituzione autonoma, a livello finanziario e giuridico: ha un suo dirigente, un DSGA (altro acronimo per indicare il “segretario” della scuola), il proprio collegio docenti e a breve il consiglio d’istituto, un fondo finanziario indipendente e personale ausiliario proprio ( oggi si chiamano ATA un tempo bidelli). Per quest’anno il CPIA ha riunito i sei CTP della provincia di Venezia, ma dall’anno prossimo dovrà provvedere a metter assieme anche tutte le scuole superiori serali, quelle frequentate dagli adulti. L’idea in sé è buona perché si vuol dar autonomia ad un settore, quello degli adulti appunto, che a livello di istruzione e formazione ha problemi di ordine pedagogico e didattico completamente diversi da quelli dei ragazzi. La realizzazione aveva ed ha bisogno di discussione e rodaggio. Ma vediamo come funziona nel concreto affinché i nostri iscritti del “Saba” possano meglio comprendere la situazione. Il CPIA quest’anno ha avuto una dirigente (preside) in reggenza, da cui dipendevano docenti personale di segreteria e bidelli; la sede di segreteria è in viale san Marco presso l’elementare Leopardi. Gli adulti iscritti al CPIA però continuano a frequentare presso l’ I.C. “Caio Giulio Cesare” di via Cappuccina (l’acronimo IC sta per Istituto Comprensivo un’istituzione scolastica che riunisce sotto un’unica presidenza e segreteria  2 scuole materne 2 elementari e una media di Mestre Centro) nelle aule dove l’ex CTP operava negli anni passati, che le sono state assegnate dall’USR (Ufficio Scolastico Regionale) su condivisione della scuola del mattino, che ha ovviamente altra dirigenza segreteria, personale ecc. Insomma  CPIA (ex CTP) e IC coabitano, ma sono due realtà distinte.

E la nostra associazione?
Ha stipulato 2 convenzioni: una col nuovo CPIA e una con l’I.C. “C. Giulio Cesare”.
Il CPIA ci concede l’uso dell’aula informatica adulti di via Cappuccina (la medesima che abbiamo adoperato per tanti anni col CTP) e 2 aule dell’ex distretto scolastico; in cambio il Saba provvede col proprio personale alla pulizia delle medesime. Ma ciò che più conta sono le iniziative di carattere cultural-didattico usufruite come sempre dai nostri soci, dai corsisti adulti  e dalla cittadinanza, poste in essere dal nostro direttivo e dai docenti del CPIA. Anche quest’anno seppur in un regime di transizione sono state notevoli e di qualità: Cinemascuola, Il giorno della memoria, Luned’arte, incontri con gli autori, conversazione inglese, ecc         
L’Istituto Comprensivo ci concede l’uso della biblioteca Locatelli, dell’aula di musica dove provano i flauti del nostro complesso “Nuovo Mondo Ensemble”, degli audiovisivi e dell’aula magna a calendario; in cambio  il Saba provvede col proprio personale alla pulizia delle medesime. Ma anche in questo caso ciò che più conta sono i progetti didattici che abbiamo stipulato e realizzato assieme, tutti approvati dal collegio docenti ed inseriti nel POF (e rieccoci con gli acronimi: Piano dell’Offerta Formativa d’istituto) della scuola media. Uno fra tutti il progetto “benessere” che ha visto la realizzazione dell’orto botanico e dell’officina delle biciclette.
Ne parlano nei loro articoli con dovizia di particolari, sempre in questa rivista, rispettivamente Luciano Niero e Mario Zampierin che assieme agli insegnanti delle medie hanno condotto l’iniziativa che ha lo scopo di dar benessere conoscitivo agli alunni attraverso attività che uniscono insieme ragionamento e manualità. Credo si tratti di un’iniziativa più unica che rara all’interno del panorama scolastico comunale e forse anche nazionale; una buona pratica esportabile senz’altro in altre scuole un tempo si diceva del regno. La singolarità del progetto sta anche nel fatto che sfrutta una delle intuizioni vincenti del Saba: gli adulti che studiano per arricchire e migliorare le proprie capacità culturali possono diventare a loro volta insegnanti quando desiderano con passione e pazienza mettere a disposizione dei giovani le proprie esperienze.
E’ quanto emerge anche dagli articoli di Luciano (pag. 6 della presente rivista) e Mario (pag. 30) che in definitiva sono due corsisti dell’associazione che, come altri che ne abbiano voglia e capacità, usano le proprie conoscenze per accrescere lo spirito dei giovani in un abbraccio che non è pletorico o di facciata, ma vissuto in una continuità creativa. Abbiamo iniziato pure il progetto “Fattoria didattica” ed “Estate italiana” Ma di questi parleremo il prossimo anno quando meglio si saranno radicati nel tessuto scolastico. E per finire, ma non ultimo per importanza, abbiamo lanciato il concorso “Fantasie matematiche” di cui si parla in un altro articolo di questa rivista (pag. 36), a ricordo di Alba Finzi.

Come si può constatare il Saba dal CPIA e dall’IC riceve ma anche tanto dà. Possiamo concludere con un bel AD (Ad Majora). Che sempre nuove iniziative culturali innervino la nostra associazione!  

Alcuni dei loghi adottati dai vari CPIA italiani